Il Medioevo
Nel X secolo la rupe di Monte Copiolo diventa un sito di potere del paesaggio feretrano attraverso la fondazione di un castello che si spopolerà soltanto nel pieno XVII secolo. Gli scavi condotti presso il castello di Monte Copiolo dall'Insegnamento di Archeologia Medievale dell'Università degli Studi di Urbino (Carlo Bo) hanno permesso, in quindici, di isolare almeno quattro macroperiodi nella vita della fortificazione, dal X al XVII sec.
Tra il XII ed i primi decenni del XIII secolo, proprio dal castello di Monte Copiolo prende avvio la signoria territoriale dei conti di Montefeltro. I conti scelgono questo castello per differenti motivi. Desiderano estendere il loro dominio sulla Valconca, non disdegnando anche la media valle del fiume Marecchia dove si trovava la città vescovile di San Leo, a differenza dei consanguinei conti di Carpegna più propensi al controllo dell’alta Valmarecchia ed del crinale tiberino. Pongono il loro perno in uno dei centri strategicamente (per posizione ed entità delle difese, anche naturali) più rilevanti dello scacchiere del Montefeltro.
Il ramo principale dei conti risedette sino al 1234 presso il castello per poi trasferirsi nella vicina città di Urbino. A Monte Copiolo restò comunque un ramo cadetto della famiglia sino all’estinzione dello stesso, nella seconda metà del XIV secolo. A quel punto i conti di Montefeltro, dimostrando il desiderio di non infeudare ad alcuno il loro castello di origine, ma non potendovi più risiedere, vi collocarono un sindicus preposto al controllo dell’abitato ed un capitano a quello della rocca direttamente sottoposti ad un -commissario feretrano- che aveva sede nel confinante castello di Monte Cerignone.
Breve sequenza diacronica del castello: nel X secolo, dopo massicce operazioni d’intaglio del rilievo mediante cave, per volontà di un potere forte che decise di collocare su questa rupe uno dei suoi principali punti di potere, sorse il primo nucleo del castello. Questo era composto da un torrione sommitale (perimetro esterno m 12x12) difeso, alla base, da un recinto in pietra. All'esterno del recinto in pietra trovavano posto alcuni annessi abitativi e funzionali (magazzini etc). Il castello si è poi notevolmente sviluppato tra il XII ed il XIII secolo, quando tutto il comparto della rocca venne rimaneggiato ed una cinta in pietra andò a proteggere l’abitato che intanto era sorto sul terrazzamento basso del monte. In questo periodo, all’interno del circuito difensivo della rocca, scomparve il torrione sommitale per un cedimento strutturale, al suo posto venne edificata una chiesa con un annesso palatium, residenza dei conti di Montefeltro. Nel XIV secolo tre cinte di mura ed almeno otto torrioni difendevano il castello che era composto da un abitato cinto da proprie mura, disposto sul terrazzamento inferiore del rilievo e vegliato dalla “fortissima rocca”, posta sulla cima della rupe. Nel corso del XV secolo la rocca venne del tutto rimaneggiata ed adeguata alle nuove tecniche belliche, ormai contaminate dalle armi da fuoco, le torri da quadrangolari divennero circolari, le mura di cinta furono cimate e vennero abbattuti alcuni edifici nell’area sommitale, per creare ampi piazzali per la manovra delle artiglierie. Il Castello di Monte Copiolo non fu mai conquistato, guadagnandosi il titolo di unica fortezza feretrana rimasta sempre nelle mani dei duchi di Urbino. Un violento assedio subìto nel 1522 da parte delle truppe di Giovanni dei Medici (detto “dalle bande nere”) lesionò il castello, ma questo continuò ad essere abitato per tutto il XVI secolo. A partire dal XVII secolo la rupe venne abbandonata dalla sua popolazione, che decise di stanziarsi definitivamente alle pendici dello storico monte, in posizione più comoda.