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pellegrinaggio

È però da sapere che in tre modi si chiamano propriamente le genti che vanno al servigio de l’Altissimo: chiamansi palmieri in quanto vanno oltremare, la onde molte volte recano la palma; chiamansi peregrini in quanto vanno a la casa di Galizia, però che la sepoltura di Sa' Iacopo fue più lontana della sua patria che d'alcuno altro apostolo; chiamansi romei quanti vanno a Roma.

Dante Alighieri, Vita Nova XL

            Il pellegrino compiva, lontano dalla terra natia, la sua vocazione camminando come homo viator. Un -viandante del sacro- riconoscibile per abiti indossati e oggetti posseduti. Un viaggiatore differente dagli altri. Le motivazioni che spingevano i pellegrini ad intraprendere il cammino erano diversificate, di caso in caso. Esisteva la peregrinatio pro voto: durante un grave pericolo si chiedeva l'aiuto di un santo, scampati al pericolo si andava a mantenere il voto a testimonianza della grazia ricevuta. È attestata la peregrinatio ex poenitentia, per espiare. C'era anche chi desiderava lucrare indulgenze e andava in pellegrinaggio per delega. Vi era poi il "piacere di viaggiare per il mondo" etc.

            Da anni censiamo ville e fattorie romane, castelli, pievi, cappelle, monasteri, mulini, mercatali tra le province di Pesaro-Urbino e Rimini, il tutto volto alla ricostruzione del paesaggio antico e medievale di questo lembo di territorio tra Romagna e Marche.

            Mancava una tessera importante, al mosaico progettuale, la mappatura delle strutture di accoglienza/assistenza: gli ospedali, che è andata a sovrapporsi alla ricostruzione del reticolo viario.  

            Per una forma di valorizzazione trasversale, che ha connesso studi archeologici, ospitalità religiosa, strutture alberghiere, il tratto toscano della via Francigena gode oggi di una visibilità e di un certo ritorno economico, il tutto legato al fenomeno del pellegrinaggio.

            Anche lungo il versante orientale della penisola vi erano flussi di pellegrini, provenienti dal nord/est europeo. La meta indubbiamente era Roma, ma anche i porti pugliesi per l'imbarco verso la Terrasanta.

            Le vie principali che dal nord-est deviavano dalla costa adriatica per Roma erano: il sistema "Via Ariminensis Cassia" e la "via Flaminia".

            L'indagine sta aprendo scenari importanti nello studio, ancora del tutto inedito, dell'assistenza e dell'ospitalità (anche ai pellegrini) nell'entroterra riminese e pesarese. Si sta ulteriormente dimostrando come, il transito dalla Romagna verso la Toscana attraverso il Montefeltro, sia stato maggiore di quel che si riteneva con tutto ciò che ne consegue in merito alla permeazione tra culture, maestranze, commerci e scambi.

Le indagini preliminari sono state rese pubbliche e accessibili attraverso un contributo che presenta da un lato la mappatura dei principali ospedali presenti nelle diocesi di Montefeltro e di Rimini e, dall'altro, lo scavo stratigrafico dell'Ospedale di Santa Maria della Misericordia del castello di Monte Copiolo [Sacco D., 2015, Peregrinatio ad Petri Sedem. Ospedali e viabilità nella Romandiola meridionale tra XII e XVI secolo. Nuove testimonianze da contesto stratigrafico e fonti documentarie, Atti del LXV Convegno di Studi Romagnoli, San Marino - Pennabilli, 18, 19, 25, 26, ottobre 2014, Cesena, pp. 55-90; ISSN 0081-6205]


pdf Pellegrinaggio e ospedali tra Marche e Romagna